L’annuncio della messa a disposizione imminente al grande pubblico di GPT-4, ma soprattutto della sua integrazione in veri e propri colossi dell’apprendimento online come la Khan Academy e Duolingo, ha suscitato grosse attese ma pone anche interrogativi non indifferenti.
Come far sì che l’intelligenza artificiale sia al servizio dell’apprendimento e non viceversa? Quale ridefinizione può subire la nostra idea di umanità se invece di governare questi strumenti lasciamo che sia l’educazione a essere fortemente condizionata e plasmata da loro?
Quale genere di apprendimento viene favorito dagli attuali strumenti di intelligenza artificiale? Come garantire una educazione pluridimensionale e che non si limiti a omologare ad attese e modelli prestabiliti?
Episodio denso del podcast, in cui si cerca di abbozzare qualche risposta. Buon ascolto a tutte e a tutti!
Per qualsiasi domanda di approfondimento o per proporre temi da trattare, non esitate a scrivere a Riccardo Larini, curatore del podcast, all’indirizzo di posta elettronica riccardo@larini.eu.
Per approfondimenti più generali su innovazione, apprendimento e scuola, si rimanda al podcast di Luisa Broli e Riccardo Larini Scuola 4.0 – Come cambia l’apprendimento.
Cosa ne pensa di questo libro che cerca di dialogare con l’intelligenza artificiale e mette a nudo molte novità inquietanti.
Conversazioni con l’Intelligenza Artificiale
Ho interagito con il primo essere senziente creato dall’uomo
Francesco Narmenni
Buongiorno Giuseppe, il libro in questione non l’ho ancora letto, ma lo farò senz’altro.
In sintesi, come cerco di spiegare in vari modi nel mio podcast, credo che stiamo creando delle forme di intelligenza “sintetica”, che più che essere riproduzioni dell’intelligenza umana sono modalità intellettive soprattutto computazionali, in alcuni punti più efficaci di noi, su altre cose molto più deboli. Non credo che creeremo mai la cosiddetta “intelligenza artificiale generale”, ma ciò nonostante stiamo dando vita a macchine sempre più potenti. Inquietanti? Laddove gli esseri umani dovessero affidarsi alle macchine senza controllarle, più che un effetto 2001 Odissea nello spazio si creerebbero problemi notevoli, e quel che è peggio su larga scala. Per me la questione centrale è che dobbiamo rimanere noi umani a plasmare il mondo che vogliamo, servendoci delle macchine per vivere meglio, senza far sì che “per star dietro alle macchine” trasformiamo il nostro mondo. Ma ci tornerò a più riprese.